Una questione di spazio

mostra personale di Leonardo Petrucci

Martedì 21 novembre alle 18 a Palazzo Mosca - Musei Civici inaugura la mostra di Leonardo Petrucci ‘Una questione di spazio’ a cura di Marcello Smarrelli, promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei.

‘Una questione di spazio’ sintetizza la produzione artistica degli ultimi dieci anni di Leonardo Petrucci (Grosseto, 1986) attraverso tre gruppi di lavori - per un corpus di oltre 30 opere - che riflettono in modo puntuale sul rapporto tra arte, natura e tecnologia; dunque una prospettiva in perfetta sintonia con la filosofia di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024. La ricerca di Petrucci si concentra su temi quali la geometria sacra, l’alchimia, la cabala e l’astrologia - che da sempre ci affascinano per i risvolti mistici e simbolici - cui si sovrappongono contenuti più contemporanei vicini alla scienza, alla biologia, alla fisica quantistica e all’astronomia.

La metodologia usata è una mediazione tra pittura tradizionale e digitale da cui nascono installazioni multimediali che si avvalgono di antichi saperi artigianali, materiali naturali (carta, legno, lana, cemento, etc.), mixati con fotografia e video. L’approccio è quello dell’alchimista che trasmuta la materia mettendosi continuamente in gioco, materializzando l’impossibile attraverso creazioni di enigmi linguistici e matematici.

Il primo corpus di lavori, Red Hope, presenta una serie di tappeti di lana fatti a mano, avvalendosi delle grandi maestranze tessili indiane dei villaggi attorno a Varanasi, nell’Uttar Pradesh. Nodo dopo nodo, gli artigiani hanno riprodotto ai telai le fotografiche che il rover Curiosity della NASA scatta alle porzioni di suolo marziano dopo averne perforato le superfici rocciose. Calpestando i tappeti, i visitatori diventano le prime persone a mettere piede su Marte grazie ad una semplice azione pionieristica. Red Hope gode del patrocinio della Nasa (National Aeronautics and Space Administration).

‘Tessitura Cosmica’ è il secondo corpus composto da arazzi che riproducono fedelmente le texture extraterrestri presenti nelle meteoriti ferrose. L’intricato intreccio meteoritico di lamelle metalliche si è formato in 4 miliardi di anni grazie alla lentissima solidificazione degli elementi nello spazio, dopo catastrofiche collisioni cosmiche tra pianeti e protopianeti. Queste straordinarie figure che prendono il nome dal loro scopritore - Alois von Beckh-Widmanstätten - sono delle archetipiche “impronte digitali” del nostro sistema solare. L’idea alla base di Tessitura Cosmica è quella di riprodurre l’intreccio naturale in una veste completamente nuova, sotto forma di arazzi tessuti con Telai Jacquard.

Del tutto inedito, il terzo corpus propone pitture ad olio su tela che raffigurano le melanconiche visioni di cadute di meteore sul pianeta Terra. La ripetizione ossessiva dello stesso soggetto vuole evocare un senso di angoscia e distruzione ma allo stesso tempo di benessere e vitalità. Questo dualismo è suggerito dal titolo ‘Panspermia’, teoria che ipotizza la nascita della vita sul nostro pianeta a seguito di giganteschi impatti meteoritici.

La mostra è realizzata con il supporto di Galleria Gilda Lavia