Stano Filko e Petra Feriancová

La Galleria Gilda Lavia ha il piacere di ospitare DISTRACTION/ÉLAN/ECO/ALPHA?, doppia personale degli artisti Stano Filko e Petra Feriancová che inaugurerà martedì 13 dicembre alle ore 18,00.

La stessa Feriancová, in un testo scritto per la mostra, descrive come segue il rapporto con il mondo di Filko e con le sue opere:

“Qualcuno una volta mi ha detto che l’arte, o meglio, l’universo parallelo di Stano Filko, sarebbe scomparso insieme a lui una volta morto. E avevano ragione. Per quanto il mondo creato da Filko fosse esteso e corporeo, ne sono rimasti solo frammenti. Frammenti simili a quelli di antiche civiltà scomparse a seguito di catastrofi. Non voglio parlare delle catastrofi di Stano, anche se se ne sono verificate varie. Piuttosto, mi preme sottolineare che è rimasto ben poco di quel lavoro di una vita, nonostante abbia realizzato un elevato numero di opere. Filko è andato contro se stesso, contro i propri limiti e abilità fisiche, contro il tempo e lo spazio. È andato contro il suo stesso creatore.

Sto provando a dare un ordine alle opere che Stano mi ha offerto in dono, così come a quelle che ho comprato dal figlio dopo la sua morte, ad inserirle in un quadro di riferimento, in un fondo. Obiettivo del mio studio è dar mostra del lavoro allo spettatore. Per le mie opere uso lo stesso approccio, ma spesso è necessario del tempo prima che riesca ad osservarle a distanza, o comunque dalla prospettiva di uno spettatore. Per questo in questo caso la scelta di un’immagine appropriata è più efficace, perché non cerco di prenderne le distanze come faccio con le mie opere.

Di solito ho idee in abbondanza, personalmente credo che le prime siano le migliori, ma considerando che qui non si tratta di un lavoro site-specific, ma piuttosto situation-specific, ho lasciato da parte le pareti grezze ed i profili per cartongesso che ho avuto in mente per molto tempo. Le mie reazioni iniziali tendono ad essere mimetiche, perché provo a comprendere e a diventare un tutt’uno con il mio soggetto. Questa risposta sarebbe epica ed antiecologica per Filko.

Il tempo e lo spazio sono di nuovo in pericolo. La pressione di dover scavare più a fondo nelle opere di Filko mi ha portata a scoprire di più sulle mie stesse opere, relitti semi-ricercati privi di conclusione. Passando per questa mancanza di conclusione, per i temi ricorrenti legati alla sistematizzazione antropocentrica della natura e alla comprensione della natura in quanto invenzione umana, ho scovato, in qualche parte del mio inconscio e in un modo che in un certo senso potrebbe definirsi utilitaristico, che la logica e le associazioni funzionano.

 Alle opere di Filko in mostra non ho voluto dare un’impronta impattante dal punto di vista architettonico, il mio è un progetto referenziale. Stano Filko è di per sé un architetto, i suoi sono lavori strutturali ed in grado di strutturarsi. Nonostante oggi appaiano frammentati, potenzialmente sono ancora un sistema di architravi, come le rovine di un foro romano.

 *(dell’arte di Filko ho già scritto, può essere riorganizzata e rimpilata nonostante la sua incompletezza o mancanza di parti minute e mantiene lo stesso impatto notevole.) Le opere di Filko sconfinano nello spazio, per questo i miei interventi non ne costituiscono la base, ma piuttosto una glossa. A volte sono intrusivi, altre completamente impercettibili.”

Realizzata con il supporto dei fondi pubblici dello Slovak Arts Council.